Con
partenza dal lungo lago di Gera Lario si procede lungo la
pista ciclabile in direzione NORD verso Sorico ed il ponte
del Passo.
Superato
tale ponte si gira alla prima a destra entrando nel territorio
gestito dal consorzio Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago
di Mezzola.
Con
molta attenzione nel non lasciare le carrarecce ben segnate,
si deve procedere verso gli argini del fiume Adda e successivamente
imboccare la grande strada sterrata pianeggiante che tiene
alla sinistra una grossa cava di ghiaia.
Percorrendo
tale strada si sbocca sulla statale in prossimità del
ponte stradale sul fiume Adda.
Con
moltissima attenzione è necessario attraversare il
ponte per imboccare la pista ciclabile che collega Colico
con Morbegno.
Tale
pista ciclabile deve essere percorsa in direzione SUD, la
stessa direzione del corso del fiume e dopo aver superato
un piccolo ponticello su una roggia si intravedno le indicazioni
per i forti.
E'
necessario proseguire a sinistra imboccando una strada asfaltata
che dirige verso il forte di Fuentes ( chiare indicazioni
)
E'
necessario prenotare la visita che normalmente si tiene di
ora in ora in certi periodi dell'anno.
Per
maggiori informazioni telefonare a : 0341-941688
e-mail : coop.larius@virgilio.it
Il
complesso si presenta come una costruzione bastionata a pianta
irregolare circondata da muraglioni continui in pietra di
estrazione locale (lunghezza 300 metri e larghezza 125). La
porta vecchia, costituita da un ampio arco centrale affiancato
sulla sinistra da uno più piccolo, rappresentava in
passato l'accesso principale. Essa conserva ancora oggi il
suo aspetto solenne e austero. Varcato questo ingresso si
incontravano, sulla destra, i locali del prestino e successivamente
i molini. Ci si immetteva così sul vasto piazzale centrale
su cui si affacciavano, e in parte si affacciano ancora, la
chiesa, nella quale venivano celebrati i riti sacri e la quale
rivela ancora tracce di stile barocco (lo sguardo attento
potrà rintracciare segni del raffinato fregio, degli
stucchi e degli affreschi che adornavano la cappella di Santa
Barbara, e il palazzo del Governatore, fiero nonostante il
ben visibile stato di degrado.
Dietro il palazzo, in posizione strategica, si possono ammirare
i resti della cosidetta "Tenaglia", una vera e propria
trappola militare costituita da una serie di muraglioni il
cui scopo era, in caso di attacco, quello di aggirare il nemico
su più fianchi rendendolo inerme. In realtà
le testimonianze rimaste non sono quelle risalenti al periodo
della dominazione spagnola. Prima dell'inizio della Prima
Guerra Mondiale la "Tenaglia" venne distrutta e
al suo posto vennero predisposte otto piattaforme, basi per
cannoni. L'esercito temeva un possibile attacco austriaco
dalla Valtellina o dalla Valchiavenna e decise quindi di utilizzare
il forte come appostamento militare. Qui in realtà
i cannoni non vennero mai usati in quanto si optò per
una nuova costruzione, il Forte Montecchio-Lusardi, su un
colle nelle vicinanze.
Il complesso era in origine dotato anche di ospedale, cimitero,
caserma e casematte. Le abitazioni dei soldati erano situate
più in basso. Questa fortificazione era collegata a
tutta una serie di avamposti, tra cui i principali sono il
Castello di Fontanedo, la Torretta di Curcio, le due Torri
di Montecchio Nord e lo Stallone di Gera Lario.
I lavori per l'edificazione del forte iniziano nel 1603 sotto
la direzione dell'ingegnere militare Gabrio Busca e per volontà
del Governatore Spagnolo di Milano Don Pedro Enriquez de Açevedo,
Conte di Fuentes. Lo scopo di questa costruzione è
la difesa del confine nord dei domini spagnoli contro i Grigioni
protestanti stanziati in Valtellina.
Il forte non conosce importanti assedi ne sconfitte, ma la
sua presenza per ben 2 secoli basta a togliere ai nemici ogni
velleità di sperimentare la sua potenza bellica. Per
tutto il XVII secolo svolge una funzione deterrente soprattutto
nel luglio 1620 in occasione della rivolta valtellinese che
prenderà il nome di Sacro Macello (milizie grigioni
di passaggio presso Dubino vengono cannoneggiate). Il 29 agosto
1704 resiste ad un assedio nel corso della guerra di successione
spagnola. E' fra le ultime opere dello stato ad arrendersi
all'invicibile esercito del principe Eugenio di Savoia. Nel
novembre 1733 viene infinite espugnato dopo una lunga difesa
da parte di soli 60 uomini che lo presidiavano. Nel 1735 dopo
numerosi episodi travagliati il Ducato di Milano cambia definitivamente
padrone, gli austriaci subentrano agli spagnoli e Carlo VI
diventa il nuovo Duca di Milano. Nel 1782, il forte viene
soppresso dall'imperatore Giuseppe II, il quale lo aveva visitato
nel 1769 e lo aveva dichiarato militarmente inutile. Nel 1796
viene smantellato per volere di Napoleone. Per l'intero XIX
secolo viene lasciato in uno stato di totale abbandono, sino
a quando all'inizio del XX secolo assume la posizione di osservatorio
e postazione sussidiaria alle artiglierie in appoggio al forte
Montecchio-Lusardi.
Oggi il forte è di proprietà della provincia
di Lecco.
Fu
fatto costruire dall'omonimo conte spagnolo, governatore del
Ducato di Milano, nel 1603, a guardia del proprio confine
settentrionale dalle invasioni dei Grigioni (alleati della
Repubblica di Venezia).
Di
questo forte, soppresso da Giuseppe II nel 1782 e distrutto
per ordine di napoleone nel 1796, riconosciamo ancora il perimetro,
la residenza del governatore, la cappella dalla quale fu staccato
l'affresco raffigurante Santa Barbara, oggi conservato nella
moderna parrocchiale di Colico, dedicata a San Giorgio.